Quando mi sono trasferito a vivere e lavorare negli Stati Uniti, all’inizio del 2000, il Nasdaq aveva appena toccato il proprio record storico di 5048.62 punti (due anni dopo si sarebbe trovato ad arrancare poco sopra i 1100 punti). La new economy tirava ancora forte e gli affitti erano alle stelle, per la gioia di chi, come me, doveva trovar casa per una famiglia di cinque persone a Manhattan, in uno dei mercati immobiliari più costosi del pianeta Terra. Il nuovo millennio era cominciato da pochi mesi e niente sembrava poter turbare la corazzata America, impegnata come non mai a produrre ricchezza. E a spenderla.
La catena di eventi che si sono succeduti da allora negli Usa o per opera degli Stati Uniti, a ripercorrerla oggi, fa una certa impressione.
La ‘bolla’ di Internet che esplode, trascinando giù i mercati.
L’elezione per la Casa Bianca che per la prima volta si inceppa, ostaggio delle assurde schede elettorali della Florida.
Al Qaida che lancia il più spaventoso attacco terroristico nella storia, facendo sparire le Twin Towers e perforando il Pentagono.
La paura per le misteriose buste all’antrace.
L’America che si blinda e vara leggi speciali antiterrorismo.
La guerra in Afghanistan.
Lo scandalo Enron che apre la strada a una raffica di inchieste a Wall Street.
La Chiesa cattolica sconvolta dagli abusi sessuali commessi dai sacerdoti.
L’apertura di una prigione speciale a Guantanamo e poi la scoperta di prigioni segrete americane in mezzo mondo.
La guerra in Iraq, seguita dalla lunga fase della violenza postbellica e della difficile ricostruzione.
La scoperta delle torture ad Abu Ghraib.
Un’altra virulenta campagna elettorale, finita con la conferma di George W.Bush alla presidenza.
L’emergere degli abusi (veri o presunti) da parte del governo nel gestire la sicurezza nazionale a colpi di intercettazioni e perquisizioni.
Le lacerazioni su grandi temi come l’eutanasia (chi non ricorda Terri Schiavo?), l’aborto, la ricerca sulle cellule staminali embrionali, i matrimoni gay, la pena di morte.
La devastazione dell’uragano Katrina.
Un inizio di secolo e di millennio convulso, che ha posto le basi per le sfide degli anni e dei decenni a venire. In questo libro sono raccolti alcuni degli articoli, tutti pubblicati dall’Agenzia Ansa, con i quali come corrispondente dagli Stati Uniti ho cercato di fare la mia piccola parte nel raccontare le ferite, i successi, gli interrogativi e le nuove idee che in questi anni hanno caratterizzato questo paese. Le storie sono proposte non in un ordine cronologico, ma raccolte per grandi temi e mantenute nella loro forma originale, per cercare di preservarne le caratteristiche del momento in cui sono state scritte, anche quando si trattava di articoli buttati giù in fretta di fronte all’incalzare degli eventi. Talvolta i fatti si sono presi cura di smentire ciò che avevo scritto. Alcuni racconti, visti con il senno di poi, possono sembrare viziati da clamorosi errori di giudizio. Poco importa: credo che alla fine emerga con più chiarezza quale sia stato il percorso seguito dagli Usa per arrivare dove sono oggi.
Toccherà agli storici valutare cosa è stata l’America di Bush e giudicare di conseguenza gli uomini e le donne che ne sono stati i protagonisti e che si sono assunti responsabilità talvolta enormi, come quella di decidere guerre. Ai giornalisti tocca il compito, più banale ma per me affascinante, di buttar giù una prima stesura confusa della Storia – quella con la S maiuscola – e di prendere appunti per le generazioni che verranno.
Le pagine che seguono sono proprio questo: una collezione tratta dai blocchi per gli appunti sui quali ho annotato gli eventi che mi è capitato di raccontare per l’Ansa da questo paese spesso contraddittorio, eppure straordinario.